giovedì 19 novembre 2009

Italiani...

A suo tempo, durante una chiacchierata socio-politica con alcuni colleghi, la retorica ci trovò comunemente d'accordo sul fatto che i ns. politici di destra o di sinistra passando per il centro, disulludono continuamente le ns. aspettative. Angelo mi sorprese. Precisò che è comunque difficile governare gli italiani.
Ero giovane, politicamente disinteressato ed impreparato, ma la sua affermazione non l'ho mai cancellata. Forse la sua disarmante e singolare obiettività mi ha colpito.
Poco dopo il 1800 Johann Wolfgang von Goethe scriveva: "L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sè, è vano, dell'altro diffida, e i capi dello Stato, pure loro, pensano solo per sè."
Ancora moderna come citazione. Io stesso fiero di essere italiano provo una strana allergia al rispetto delle regole. Nel totale malcostume ritengo preferibile arrangiarmi da me stesso.
Il successo di Berlusconi è probabilmente il riflesso di questa ns. tradizione. In molti ci siamo rivisti nella sua figura, quella di colui che è riuscito. Indipendentemente dai metodi e dai mezzi utilizzati, il suo modo amatoriale di raggiungere obiettivi professionali, sociali, calcistici ed infine politici ci ha conquistato e gli ha permesso di avvicinarsi al popolo con il suo stile informale, scanzonato e quasi imbarazzante, privo di un'educazione della figura istituzionale.
Avvertiamo lo Stato in quanto tale se mantiene i suoi impegni e rispetta i suoi compiti, quando questi obblighi vengoni disattesi noi stessi ci sentiamo in grado di non rispettare le regole. Dovrebbe essere invece lo Stato ad inspirare la collettività.
La genialità di noi italiani deriva da questa abitudine al "fai da te", ma i tempi cambiano e forse dovremo, io per primo, imparare a credere nella comunione e nell'osservanza delle regole.

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