giovedì 22 agosto 2013

Ho conosciuto Adriano Olivetti (magari)!


In realtà solo ora, tramite una serie di collegamenti e ricerche conosco la figura di questo uomo: imprenditore-filosofo e politico.
Riconosco nella sua carriera delle analogie interessanti con i tempi moderni, tanto da sembrarmi così vicini gli anni della sua presenza.
Mi prende innanzitutto un pò di rammarico nel constatare che la gloriosa società Olivetti, simbolo della migliore imprenditoria italiana del dopoguerra non sia più un fiore all'occhiello dell'attuale industria nazionale.
Approfondendo la conoscenza delle idee e della vita di A.O., ho avuto modo di apprezzare la sua lungimiranza e le sue idee visionarie che hanno portato la società a ritagliarsi il ruolo di leader mondiale nella produzione di macchine da scrivere. La sua caparbietà, lo spirito innovatore e l'attenzione all'esetica che dedicò ai suoi progetti mi ricorda lontanamente un visionario dei nostri tempi, Steve Jobs.
Come imprenditore mi ha particolarmente colpito la sua ricerca dell'equilibrio tra la produzione e la vendita e la sua attenzione alla responsabilità sociale d'impresa. Quest'ultima mi fa riflettere sulla sua particolare capacità di riuscire a trovare lo spazio per coltivare gli interessi politico-sociali mantenendo inalterarto il risultato imprenditoriale, situazione che al giorno d'oggi, in una frenesia economica disperata risulta difficile far convivere. Ho molto apprezzato il lato umano dell'attività imprenditoriale, che mio malgrado non riesco a rivedere possibile ai giorni nostri, ritenendo l'attuale costo del lavoro talmente alto da impedire qualsiasi investimento ulteriore sul dipendente se non il normale trattamento contrattuale e ritenendo i margini di profitto delle aziende talmente risicati da impedirne le possibilità di investimenti sociali rivolti al territorio d'impresa.
Nel suo percorso ritrovo l'attuale dibattito politico sul potenziale sviluppo del Mezzogiorno, sentendo nelle sue parole rivolte ai lavoratori nell'occasione dell'inaugurazione del nuovo stabilimento di Pozzuoli il 23 Aprile 1955, la speranza che il nostro Paese possa diventare finalmente unito socialmente. Oggi come 50 anni fa stiamo affrontando gli stessi dibattiti e le stesse speranze, augurandoci che l'Italia possa essere uguale, giusta e forte dal Nord al Sud.
Adriano Olivetti mi ha affascinato e cercherò di continuare a studiarlo e prenderne spunti, perchè ciò che mi affascina costantemente è la possibilità di arricchirsi che la vita ci offre e ritengo che siano persone come A.O. che offrono ad ognuno di noi l'occasione di accrescere.