lunedì 18 gennaio 2010

Brunetta (l'approccio scomposto alle idee fondate)

Calderoli sostiente bene che: "questa volta l'ha fatta fuori dal vaso".
Il ns. ministro per la pubblica amministrazione propone una legge che imponga ai 18enni di abbandonare la protezione famigliare.
Andiamoci piano, il ns. governo non può imporre delle regole alla ns. vita sociale e personale. Può indirizzarci, ma non può divenire legge l'idea di rendere maggiormente responsabili le future generazioni. Purtroppo una simile ipotesi sfiora l'idea di una dittatura. Mi ci vedo le madri nascondere i figli in cantina, per preservarli dal controllo della "polizia famigliare".
Detto ciò, condivido l'idea di massima del ns. ministro. Per quanto la ns. società debba consentire ai giovani di uscire di casa e guadagnarsi una propria autonomia economica, per quanto la ns. politica del lavoro debba fare largo ai giovani evitando il protezionismo dei matusa e per quanto le ns. famiglie debbano ammettere che il ns. bene è quello di lasciarci andare, sono in sintonia con l'idea "bambocciona" di Brunetta.
E' inutile negarlo, buona parte della mia generazione frequenta l'università abbondantemente fuori corso, approfitta del tenore economico che le famiglie d'origine offrono per procrastinare la propria indipendenza. Rendiamoci conto che questo è l'origine di un'Italia che perde la sua identità.

lunedì 11 gennaio 2010

Qualcosa di "diabolico"

Ho nutrito sempre delle aspettative eccessive. Difficilmente perseguibili. Così, fin dall'adolescenza, senza un motivo apparente, forse per un semplice egocentrismo o per la sola necessità di affermare me stesso con virtù materiali. Evidentemente per compensare una personale insicurezza.
Ho ricercato l'agio economico, senza mai scendere a compromessi e senza mai risultare arrampicatore, bensì cercando di veicolare le mie scelte professionali verso una direzione particolarmente remunerativa, sfruttando la mia buona volontà.
Come da copione ahimè, non sono riuscito, fino ad oggi, a raccogliere quanto seminato. Mi sono mantenuto, ma non ho raggiunto un'economia famigliare lussuosa come desideravo, ma nemmeno dignitosa come dovrebbe essere in funzione dei sacrifici professionali.
Spesso vivo male questa situazione. Ho per lungo tempo creduto di poter veicolare la mia vita, di poter scegliere io. Non è così. Riconosco quanto sia effimera questa mia ricerca, ma non riesco a tradurla dalla teoria alla pratica.
La vita è una sorpresa continua e questo mi stimola, vista la mia innata curiosità verso qualsiasi esperienza.
Davanti a me c'è un bottino non da poco. Ghiotto. Semplice. Come l'ho sempre desiderato.
Devo scendere ad un compromesso però.
Il miraggio economico mi ammalia.
La realizzazione della mia più grande aspettativa va di pari passo con la mia più grande paura.
Per questo denaro dovrei scendere a patti con la realtà della "morte".
In fin dei conti sono mediamente già felice così.

venerdì 1 gennaio 2010

Se solo fosse sereno...

L'epilogo è stato strepitoso. Così il 2009. Quando il finale è da sballo tutto il percorso risulta vincente.
Ed ora viene il 2010. Sono infinite le speranze, gli obiettivi ed i sogni di ognuno.
Potrebbe essere felice;
potrebbe essere in salute;
potrebbe essere divertente;
potrebbe essere prosperoso;
potrebbe essere....;
potrebbe.....
Sarà sereno?
Sarà sereno!
Ho spesso ricercato svariati principi ed esperienze, ma credo di aver maturato il desiderio di ricercare la serenità. Probabilmente in questo sostantivo si racchiude la realizzazone di altri valori, ma sono direttamente collegati. Come potrebbe esistere una felicità ed una salute nervosa, un divertimento incostante o una ricerca spasmodica del materiale, senza la serenità?
E' per questo che mi auguro che questo 2010, sia privo di ansie, preoccupazioni e timori, talvolta irrelevanti, e che la serenità mi permetta di affrontare tutte le sfide di questa vita.
Per chiunque....Che sia un 2010 sereno e che ci consenta di ripristinare i veri valori della vita che ci sfumano sotto gli occhi.