martedì 29 dicembre 2009

Parto crono-romanzato

ore 03.00: risveglio immediato, sorpreso e felice. I fumi del sonno mi rendono debole ed alcuni timori avanzano in me, una sensazione di panico. Con la doverosa razionalità focalizzo la necessità di essere uomo e tiro fuori le palle. Sento il desiderio di pregare, di un aiuto ulteriore a ciò che nessun essere vivente può veicolare. Il sacco si è lacerato ed il liquido amniotico, senza creare troppi disagi, ci avverte che è arrivato il momento. La commozione e la felicità prendono il posto dell'ansia;
ore 03.45: sguscio noci, dovrebbero far bene alla futura mamma durante il travaglio (col senno di poi....fanculo le dicerie, ne avrà assaggiata una in tutto);
ore 04.15: ingresso in Villa. Primo tracciato, battito regolare;
ore 04.45: primi sms di informazione alle persone care, prima sigaretta e primo caffè (alla fine ne perderò il conto);
ore 05.15: visita ginecologica, medico "face of ass", conferma la fase iniziale del travaglio con collo dell'utero appianato, spontaneo e lieve inizio di contrazioni. Assegnazione stanza n° 108;
ore 05.38: inizio contrazioni significative della durata di circa 20 secondi con intervalli di 3 minuti;
ore 06.00: In auto, solitario, di ritorno verso casa scendono le prime lacrime di una gioia difficile da descrivere, del ricordo della mia compagna che sembra più bella che mai. Recuperata cioccolata, succo pesca, I-pod, digitale, sfamato piccoli amici pelosi, lavato il futuro padre, già aromatico dopo la tempesta emotiva;
ore 06.20: di ritorno in Villa, già spontaneamente commosso, vengo accompagnato dalle melodie di quell'allegrone di James Blunt. La gola si chiude, il volto si contrae e delle secrezioni saporite scendono dagli occhi. Niente è mai stato così bello in vita mia;
ore 06.40: sono seduto sulla sedia in formica della stanza 108. Aidan ha delle contrazioni considerovoli, rimango al mio posto. Mi vuole presente, ma da circa 20 minuti non mi caga più. Tutto secondo copione, comprendo soltanto che il dolore si riconduce ad un "diagramma ad apice". Va sottolineato che nel corridoio incontro una coppia di sociali alle prese col travaglio, passeggiano su e giù. Lei sfoggia delle pantofole in pannolenci verdi, accompagnate da un tubolare bianco, forgiato alle caviglie da un paio di scaldapiedi in lana peruviana colorata. Non sono riuscito con lo sguardo a salire oltre le caviglie, voglio ricordarla così, accompagnata dal suo compagno "rasta", che striscia per il corridoio con le ciabatte in feltro sottile progettate ad uso domestico. Lungi da me giudicare, ma tra poco li vedrà loro figlio/a e ho la presunzione di credere che un abbigliamento più formale possa consentirgli di prendere in futuro una sua direzione spontanea, magari senza sentirsi in dovere di nascere e crescere "punk a bestia";
ore 06.50: Aidan mangia cioccolata, balla una sorta di Samba e passeggia nervosamente nella stanza. Sospirando si accinge verso l'anticamera. Fuori è ancora buio e la illuminano a contrasto soltanto le luci del corridoio. E' di spalle. La osservo nella penombra, fasciata nella sua vestaglia, indossa delle buffe pantofole simil-ballerine in spugna grigia. E' più bella che mai, la amo infinitamente, forse come non sono mai riuscito ad ammettere;
ore 07.45: Oramai sono parte dell'arredamento della stanza, la mia è una presenza spirituale, non mi è permesso interagire. Le contrazioni sono sempre più intense e ravvicinate, lo intuisco dai sospiri più marcati;
ore 08.00: Inizio tracciato e/o monitoraggio. Il cuoricino pulsa tra i 120 e 140 bpm. Un'emozione indescrivibile. L'esame è accompagnato dalla voce di una suora che attraverso gli altoparlanti della camera, recita messa. Situazione anacronistica, strana ed un pò ansiogena, ma confido che l'aiuto di Dio in questo momento sia fondamentale;
ore 08.45: Risultato tracciato ok. Le contrazioni a seguito della lacerazione del sacco sono partite spontaneamente ed è un buon segno.Spero che Aidan resista perchè comincia ad avere molto male ed a lamentarlo. Ha fatto la prima doccia per cercare un pò di sollievo alle contrazioni;
ore 09.15: Procede. Aidan è abbastanza stremata. Il mio ruolo è simile a quello dell'Ansa, batto le notizie in tempo reale. Gestisco sms e chiamate delle persone care che attendono il lieto evento. Talvolta appunto su un libricino tutto ciò che accade. Immagino il pensiero di Aidan:"Io muoio dal dolore è 'sto coglione scrive chissacosa....";
ore 09.40: Visita ostetrica, dilatazione ferma a 1,5 cm. Aidan si preoccupa è già stremata dal dolore. Mi auguro resista e che il tutto si velocizzi. Nel frattempo il liquido amniotico continua a scivolare e ci sono le prime fuoriuscite gastriche. "Dai amore mio, resistiamo". Sono passati in Villa i miei per sincerarsi che tutto proceda bene;
ore 10.00: Vaneggio. Appunto sul mio quaderno dei potenziali riferimenti numerici sulla data odierna. Nessuna fatalità apparente;
ore 10.15: Aidan mi concede di avvicinarla. Esercito su di lei un massaggio lombare, augurandomi di stimolarle il sonno. Niente da fare, una nuova contrazione mi allontana. Sono passati Aivlis, sua sorella e Ordnael, suo padre. Tranquillizati. Il padre torna a casa e la sorella resterà in sala d'attesa;
ore 11.45: Siamo in sala travaglio. Il battito rimane regolare, Aidan aumenta i sospiri e dà il via ai gemiti. Mi fa tenerezza, perchè soffre, ma almeno ci sono stati dei notevoli passi avanti. La testina è sempre più incanalata e la dilatazione ha raggiunto i 5 cm. Più guardo Aidan e più la amo, tra poco ci siamo, scommetto prima delle 15.00. Lei urla ed io commosso piango. Speriamo il Signore ci protegga e vada tutto bene;
BUCO TEMPORALE;
ore 13.05: Kg 3.190, cm 50. E' VITTORIA.

27 DICEMBRE 2009

Scolpito nei miei ricordi rimarrà sempre ogni dettaglio di questa giornata.
Erano le 3.00 del mattino quando è iniziato tutto.
E' come rinascere, stavolta con la consapevolezza di ciò che accade.
Mai prima d'ora mi sono sentito così uomo, il loro uomo. L'ho amata tantissimo, ho accettato le sue esigenze, i suoi tempi, in silenzio le ho concesso i suoi spazi e commosso ho vissuto il suo dolore. Ho mantenuto inalterarto l'amore per il fine anche quando lei, la mia "Lei", era sopraffatta dalla sofferenza.
Avrei voluto dividere i ruoli, per permettere ad entrambi di gustare appieno il percorso.
L'intimità raggiunta, fisica, emotiva e spirituale non è paragonabile a nessun altro evento finora vissuto.
Tutto forse protetto da Dio, perchè in queste cose nulla può essere programmato e deciso da un essere terreno.
Non le ho mai abbandonate e mi sono sentito parte di loro.
Alle 13.05 è nata VITTORIA.

lunedì 21 dicembre 2009

"Nando Mericoni"

La storia narra la determinazione del giovane Nando Mericoni, deciso più che mai a ricondurre la propria vita verso l’immagine americana.
Più volte confrontandomi con i miei genitori o con altre persone appartenenti alla generazione del dopoguerra ho sentito raccontare di questo film e del forte desiderio che si respirava tra i giovani dell’epoca verso l’emigrazione oltreoceano, verso la ricerca della propria realizzazione, talvolta eccessiva e goffa come la pellicola stessa riproduce.
Oggi, nella mia generazione è difficile respirare le stesse ambizioni. L’Italia del dopoguerra partiva da una situazione economica misera e ricercava il salto di qualità, rivedendo in alcuni Paesi oltre confine, la realizzazione della propria aspirazione. Era facile abbandonare le proprie origini incerte per sperare nel futuro. Questo futuro siamo noi, dove i ns. padri hanno realizzato talvolta i propri sogni o ottenuto una propria dignità economica, che è per noi difficile abbandonare per tuffarci nell’incertezza di realizzare noi stessi.
La pellicola è spassosa ed interpretata da un grande Alberto Sordi. Seppur il film abbia più di 50 anni, si fa guardare senza sembrare anacronistico, dal momento che il mito americano tutt’oggi affascina molti giovani. Ovviamente l’opera cinematografica, girata appena dopo la Seconda Guerra Mondiale deriva dall’immagine di forza e libertà portata dallo sbarco degli Americani.
"Un americano a Roma" film del 1954 di Steno con Alberto Sordi.

venerdì 18 dicembre 2009

Lo spirito di cambiamento

Dicembre, è tempo di bilanci.

Il 2009 mi regalerà il dono più grande della mia vita, ma solo al suo arrivo dedicherò le mie emozioni.

Nel frattempo la crisi economica è entrata nello scenario della ns. società, talvolta con conseguenze negative considerevoli. All'inizio è stato difficile crederle, ma gli ultimi mesi hanno confermato i pressupposti pessimistici che i media avevano paventato.

Nel mio piccolo ha creato un pò di trambusto, evitandomi grazie al cielo epiloghi drastici.

Nello sfondo di questa crisi intravedo una realtà che faticavo a focalizzare.
In tempi di "vacche grasse" abbiamo assistito alla mala gestione politica, alla perdita di qualsiasi valore, alla pesantezza burocratica ed altri limiti che il ns. Paese ci infligge, ma non ci abbiamo mai dato peso. Ognuno riusciva a modo proprio, nel suo piccolo, a garantirsi il necessario ed il superfluo.
Ma come ogni crisi, anche questa ci fa ridurre le ns. aspettative, ma soprattutto ci consente di notare dove stiamo sbagliando e cosa non vogliamo più accettare.

Figlio di una generazione tranquilla, sono cresciuto protetto dalle ansie della maturità, stimolato all'auto-realizzazione, coltivatore dell'individualismo ed accentratore, talvolta malinconico di non poter lottare per qualcosa che sentissi veramente.

Sembrava che tutto dovesse procedere così, una routine serena, ma ricca di grandi illusioni.

Ho 30 anni, credevo di poter raggiungere grandi obiettivi professionali ed economici o almeno così mi avevano prospettato i miei genitori, anche se con il senno di poi sarebbe stato meglio rafforzare ancora di più le mie ricchezze interiori per non rimandare a cose così effimere la mia stessa realizzazione.

Sono il figlio di una società in cui tutto è possibile, in cui ognuno ce la fa, in cui l'abbondanza e la prosperità ci hanno illuso.

MA OGGI CHE FUTURO ASPETTA A NOI TRENTENNI?

Sono infastidito perchè questa Italia non mi appartiene, non la voglio vivere così, con la sensazione che la mia generazione, quella che oggi dovrebbe trainare con la propria grinta, sia spompata dalle illusioni divenute delusioni.

Perchè intorno a me incontro solo poche persone coscienti ed altre completamente in balia degli eventi. Non può essere che stiamo a guardare passivamente, voglio che qualcosa cambi, che si ritorni ad un'etica sociale con dei valori sani, che ci sia giustizia, che non ci siano considerovoli sprechi economici, che si facciano gli interessi di tutti i cittadini e non solo di una casta, che i servizi primari che paghiamo profumatamente funzionino, che si faccia qualche passo indietro per permetterci di andare avanti.

giovedì 26 novembre 2009

Fede e politica.....o viceversa

Il mio percorso scolastico l'ho vissuto solo come un obbligo. Triste ma vero. Non ho mai avuto particolari interessi verso lo studio, sono stato discolo, scapestrato ed ignorante, nel senso che ignoravo.
La mia maturazione umana sta avvenendo forse solo ora. Solo oggi che inizio a diventare uomo, sento degli istinti e degli interessi verso uno sviluppo personale legato ad un coscienza sociale.
Ritengo che ogni uomo (ed ovviamente anche ogni donna) debba prima o dopo far conto con alcuni pilastri della nostra vita sociale. E' innato in ognuno il seme di una coscienza politica e religiosa.
Per anni mi sono astenuto dal rapportarmi con Dio ed allo stesso tempo ho ritenuto ininfluente dedicarmi agli interessi politici. Ho sempre pensato e sostenuto di essere l'unico fautore del mio destino. Purtroppo o per fortuna mi sono accorto di quanto ciò sia utopico, di quanto moltissime componenti di questo mio percorso terreno siano completamente estranee al mio controllo.
Un corso prematrimoniale con la mia compagna Aidan, al quale ho approcciato con un principio di orchite, ha fatto scattare in me un interesse verso un approfondimento religioso. Discutere e descrivere la fede richiede molti approfondimenti, ma oggi come oggi mi basta condividere i valori che essa insegna.
L'istinto politico nasce quando ci si accorge di quanto l'organizzazione della società possa influire nei ns. singoli destini. Ritengo che un governo debba tutelare gli interessi dei suoi elettori, contribuire ai loro bisogni e metterli nelle condizioni di sostenere una vita dignitosa. Inutile precisare che nessuno schieramento politico oggi garantisca queste basilari necessità. Di conseguenza maturo interessi storici e politici che mi permettano di costituire una mia "fede politica".
Circa 150 anni fa l'Unità d'Italia si prefissava di rispettare tali valori, lo stesso pensiero mazziniano era carico di un romanticismo politico-religioso. Mazzini sosteneva che operare nel mondo significhi collaborare all'azione di Dio, riconoscere ed accettare la missione che uomini e popoli ricevono da Dio. Per questo bisogna mettere al centro della propria vita il dovere senza speranza di premio e senza calcoli di utilità.

sabato 21 novembre 2009

Yoani Sànchez

A seguito di un articolo sul sito del corriere, sono venuto a conoscenza del blog di Yoani.
Trovo Cuba uno degli stati più affascinanti del continente. Ho approfondito con alcun letture la mia conoscenza sociale, politica, economica e rivoluzionaria di Cuba.
Desidererei tanto visitare quest'isola, ma alcuni limiti temporali ed economici mi hanno sempre costretto a rimandare. Spero un giorno di realizzare questo mio desiderio. Vorrei che il viaggio non si deviasse in una semplice esplorazione turistica, ma mi auguro di poter vivere la realtà delle persone cubane per poter costituire una mia opinione circa la gestione politica di Cuba.
La biografia su Che Guevara mi ha affascinato particolarmente, limitando la mia opinione al solo periodo rivoluzionario.
Ho letto altri saggi, ma non sono ancora riuscito a maturare un parere favorevole verso il regime dittatoriale o viceversa.
Spero grazie al blog di Yoani Sanchez di approfondire la conoscenza di quest'isola così seducente.
Ho aggiunto sui link dei blog il contatto al sito di Yoani, per chiunque altro fosse desideroso di approfondimenti.

giovedì 19 novembre 2009

Italiani...

A suo tempo, durante una chiacchierata socio-politica con alcuni colleghi, la retorica ci trovò comunemente d'accordo sul fatto che i ns. politici di destra o di sinistra passando per il centro, disulludono continuamente le ns. aspettative. Angelo mi sorprese. Precisò che è comunque difficile governare gli italiani.
Ero giovane, politicamente disinteressato ed impreparato, ma la sua affermazione non l'ho mai cancellata. Forse la sua disarmante e singolare obiettività mi ha colpito.
Poco dopo il 1800 Johann Wolfgang von Goethe scriveva: "L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sè, è vano, dell'altro diffida, e i capi dello Stato, pure loro, pensano solo per sè."
Ancora moderna come citazione. Io stesso fiero di essere italiano provo una strana allergia al rispetto delle regole. Nel totale malcostume ritengo preferibile arrangiarmi da me stesso.
Il successo di Berlusconi è probabilmente il riflesso di questa ns. tradizione. In molti ci siamo rivisti nella sua figura, quella di colui che è riuscito. Indipendentemente dai metodi e dai mezzi utilizzati, il suo modo amatoriale di raggiungere obiettivi professionali, sociali, calcistici ed infine politici ci ha conquistato e gli ha permesso di avvicinarsi al popolo con il suo stile informale, scanzonato e quasi imbarazzante, privo di un'educazione della figura istituzionale.
Avvertiamo lo Stato in quanto tale se mantiene i suoi impegni e rispetta i suoi compiti, quando questi obblighi vengoni disattesi noi stessi ci sentiamo in grado di non rispettare le regole. Dovrebbe essere invece lo Stato ad inspirare la collettività.
La genialità di noi italiani deriva da questa abitudine al "fai da te", ma i tempi cambiano e forse dovremo, io per primo, imparare a credere nella comunione e nell'osservanza delle regole.

mercoledì 18 novembre 2009

Il "Milite Ignoto"

"Si decide dunque di costruire un monumento dove tumulare un soldato caduto per tutti: la tomba del Milite Ignoto.
Una speciale commissione viene spedita sugli ex campi di battaglia degli Altipiani, nelle tricee del Carso, attorno al Piave, col drammatico compito di trovare undici salme rigorosamente irriconoscibili, una per ogni fronte cruciale, dalle Dolomiti al mare. Davanti alle undici bare, radunate nella basilica di Aquileia, viene ortata la triestina Maria Bergamas, madre di un giovane scappato alla coscrizione austriaca per arruolarsi nelle fila italiane, morto poi in combattimento; le sue spoglie sono andte disperse. Tocca a Maria interpretare il ruolo di dea bendata: deve scegliere a caso tra le undici salme quella che verrà traslata a Roma; le altre dieci saranno tumulate lì accanto. Il Milite Ignoto intraprende un lenissimo viaggio in treno che dura quasi una settimana: da Venezia a Roma, passando per Bologna, le folle si inchinano al passaggio del convoglio. Il 4 novembre 1921 con una sontuosa cerimonia il milite viene sistemato nel cuore del Vittoriano."
da "Separati in Patria" di Giovanni Floris

martedì 17 novembre 2009

Un pretesto....

Una piccola introduzione.
Amo mangiare e questo mi ha dato lo spunto al titolo del blog.....
Cos'è la vita? Può essere un'abbuffata, ma in quanto tale ci impedirebbe di assaporare le cose.
Sono poche le volte che sono riuscito a godere le piccole cose della vita, ma sono certo che questo sia l'unico significato del nostro percorso terreno.
Oggi a 30 anni compiuti inizio ad imparare a conoscere me stesso. Intuisco quali sono le poche cose che contano e cerco di preservarmi dall'indigestione dell'effimero.

ore 00.58

Ora ha inizio....
Ho deciso di aprirmi un blog. Forse per moltissimi motivi, ma innanzitutto per il piacere di scrivere. La scrittura è un modo che mi permette di fermare il tempo e di assaporare quello che meglio credo.