Forse è la prima volta che spontaneamente mi astengo dal voto. In passato sarà anche capitato che qualche impegno mi abbia costretto a disertare le urne, ma stavolta è stato per scelta.
Ho sempre sentito il dovere di cittadino ed ho quindi creduto nella necessità di esercitare le proprie preferenze.
Oggi non credo più nel mio voto. Ho maturato la squallida convinzione che oramai la situazione politica italiana sia degenerata a tal punto da non offrire nessun alternativa degna del mio favore.
Se votare significa costringermi a prediligere il meno peggio, allora rinuncio ad interessarmene.
Non sono culturalmente preparato per affrontare argomenti politici e nemmeno forse per identificarmi in una corrente politica. E' certo però, che l'astensionismo di queste ultime regionali ha subito un ulteriore calo di circa il 6%, ed è un dato significativo della disillusione di una parte degli italiani.
Mi sdegna comunque seguire alcune tribune politiche in cui i ns. governanti sfoggiano le proprie ragioni, piuttosto a destra che a sinistra, senza mai soffermarsi sulla scarsa affluenza alle urne. Purtroppo gli interessi personali che la politica genera, sono talmente prelibati da distrarne dal vero significato.
E poi a noi italiani così ci va anche bene; perchè tutti noi, maliziosamente o meno cerchiamo dei sotterfugi per trarre dei benefici e questo è il ns. vero limite. La corruzzione, l'immoralità e la disonestà fanno ormai parte della cultura nazionale.
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